Per maggiori notizie e informazioni scrivi a: geom.brunomontanari@tiscali.it
" Notai che la mia camicia era sporca..."
Un uomo si converte ed incontra il Grande Maestro.
Domenica 19 Agosto 2007
ore 19:00
Siedo nel seggiolino posteriore della Multipla di mio padre. Accanto a me la maggior parte della mia famiglia, tutti di ritorno da un'unica ma meravigliosa settimana di vacanza. Ci accompagna un soffuso ma chiaro sottofondo musicale, un mix di musica leggera perfetto per tornare con la mente alle calde ma fantastiche giornate appena trascorse.
Ognuno sembra assorto nei suoi pensieri ed io comincio a divertirmi provando ad immaginare ciò che ruota nella testa di ciascuno. Smetto presto di allietarmi quando mi rendo conto che l'unico pensiero trasmessomi è la dura giornata di domani. Improvvisamente mi aggrappo allora a quelle note che da qualche minuto si erano fatte sempre più lontane, implorandole di tornare al più presto forti e chiare, supplicandole di avvolgermi ancora nel loro vortice, di colpire i miei sensi e di ipnotizzarmi per godere di nuovo, nel poco tempo rimastomi, di quei dolci ricordi che di lì a poco avrebbero ancora disteso il mio viso
Lunedì 20 Agosto 2007
Roma
ore 8:00
Sono con la mia Seicento rosso fuoco sulla Cristoforo Colombo. Orario di inizio lavoro: 8:30.
Manca poco. Ho un po' fretta, anche se si tratta solo di un lavoro estivo, sostitutivo di quello che di lì a poco concederà ancora alla mia persona di realizzarsi. Ci tengo ad arrivare puntuale, almeno oggi che sono appena rientrata dalle ferie.
Poco tempo tra me e un via vai di persone. Poco tempo tra il mio orecchio e voci squillanti, grida, chiasso.
Poco tempo tra me ed una giornata che sarebbe stata fastidiosa, noiosa, un po' divertente forse, dato che, fortunatamente, dalle persone ci si può aspettare davvero di tutto
Poco tempo
In realtà mancava poco tempo tra me e quello che certo, per quella mattinata, mai avrei potuto immaginare
Il Messaggero
Lunedì
20 Agosto 2007
IL "DOPPIO" DI UN CAPOLAVORO
"Monna Lisa si guarda allo specchio"
di Danilo Maestosi
...
Ora tocca a un altro quadro, ancora più celebrato: l'ineffabile Gioconda custodita al museo del Louvre. E sulla ribalta appare un altro sconosciuto esploratore dell'arte leonardesca: Bruno Montanari, 59 anni, geometra diplomato di giorno proprietario e gestore di un bar
, di notte studioso della millenaria scienza dei numeri e cercatore di enigmi estetici e matematici.
Il metodo che ha usato e che ora si è deciso di rendere noto, perché sente ormai il fiato di altri scopritori sul collo, è quasi lo stesso di Slavisa Pesci. Anche qui l'analisi sfrutta l'immagine speculare. Ma i risultati sembrano ancora più sorprendenti. Vi è arrivato dopo un anno intenso di prove, spinto dagli stimoli occasionali di una mostra sugli scritti e le invenzioni di Leonardo, svoltasi all' Accademia dei Lincei: la visione di una tavola in cui il maestro si cimentava con l'eterno rovello della quadratura del cerchio e la lettura della sua biografia, che gli ha rivelato l'abitudine di Leonardo di affidare i propri pensieri ad una scrittura capovolta leggibile solo allo specchio.
...
E così a forza di tentativi, accostamenti, slittamenti, basati su proiezioni geometriche, di originale e copia,ha trovato tre immagini altrimenti invisibili. Nella prima
un calice. Il Santo Gral? Nella seconda
il profilo di un uomo, il naso arcuato, le labbra arricciate. Lo stesso Leonardo? Nella terza infine
una figura ancora più misteriosa
evoca alla lontana il ricordo della Sacra Sindone. Montanari è sicuro: si tratta di un'immagine di Cristo. "Un effetto voluto - azzarda - perché nella pittura di Leonardo niente è casuale.
il sorriso e l'identità della Gioconda avrebbero finalmente trovato una spiegazione. Quella donna non è che il ritratto ideale della Vergine. E quel sorriso non è che il riflesso stemperato della sua gioia alla vista del Figlio."
Proprio così. Quella mattina non misi piede all'interno del locale per cui avrei dovuto lavorare che tra le mie mani era l'articolo che vi ho grosso modo appena riportato.
Cercavo di ricordare il perché della mia presenza lì in quel momento. Cercavo di non distrarmi. Mi ripetevo: "dopo, lo leggerai con calma". Ma quella immagine era diventata una vera e propria calamita.
Misi l'articolo al mio fianco, sul bancone, pronto in caso di un attimo di tregua. Pochi minuti e lo avevo già letto tutto.
Interessante. Molto. Troppo per accontentarsene. Certamente bellissimo, scritto con grande chiarezza, ma di troppe poche parole ed immagini per esaurire tutta la grande curiosità che già mi avvolgeva. Una sola figura accanto alla dichiarazione di averne scoperte tre. Le altre due? Come ha lavorato Bruno Montanari? Ma soprattutto, perché?
Danilo Maestosi ha scritto "spinto da stimoli occasionali di una mostra sugli scritti e le invenzioni di Leonardo"
Possibile?
Un uomo studia intensamente per un anno, forse più, tutte le notti, causa "stimoli occasionali"? Per di più prende in esame un uomo, come Il Sign.Montanari stesso ha dichiarato al giornalista, "nella cui pittura niente è casuale"
"Manca qualcosa", pensavo tra me eme.
"Forse Il Messaggero non ha avuto modo di approfondire", mi sono detta. Pensavo anche, però, che Radio Spazio Aperto e Noi Tutti Noi avrebbero potuto farlo.
Lunedì, 20 Agosto 2007
Roma
ore 18:45
Il Geometra Bruno Montanari è in diretta sulle frequenze di Radio Spazio Aperto e Radio Azzurra Italia Network.
Il Dott. Davide Gramiccioli, in compagnia della presenza in studio di Davide Muraro, lo intervista durante Prima Pagina.
Pochi minuti, viste le caratteristiche del mezzo radiofonico, ma preziosi per avere la conferma che esiste realmente dell'altro.
"Altra cosa che voglio dirvi, importante, è che la quadratura del cerchio, usando compasso e righello, non porta ad un P greco di 3,14 ma porta ad un P greco di 3,12. Anche Fibonacci doveva saperlo perché tale numero risulta anche dai suoi lavori."
Bruno Montanari a R.S.A.
Giovedì, 23 Agosto 2007
Roma
ore 19:00
Finalmente, sono nello studio del Sign. Bruno Montanari.
Mi siedo al suo fianco.
Mi trovo in una piccola stanza ma dotata di tutto il necessario. Due computer per lavorare, un mobile con tutti gli attrezzi del mestiere, una riproduzione della Gioconda appesa alla parete e davanti al suo tavolo di lavoro, una foto di Padre Pio.
L'intervistato mi mostra subito le tre immagini, delle quali Il Messaggero ne aveva pubblicata solo una.
Uno spettacolo del tutto stupefacente.
immagine del profilo di Leonardo
Cerco così di capire con Lui come abbia ottenuto tali risultati ed insieme ricominciamo da capo.
Il Sign. Montanari tiene subito a sottolineare due cose.
"Lavoro sempre ad alta definizione per non perdere dettagli impercepibili ad occhio nudo e mai lavoro partendo dalle copie. Una copia perde sempre, mai sarà come l'originale. La copia della copia non si può utilizzare per un buon lavoro. Ogni volta ricomincio da capo", sostiene Bruno, spiegando di non voler rischiare lavori imprecisi ed inattendibili.
"Prima di tutto, ho acquistato un'immagine del quadro dai fratelli Alinari di Firenze, con utilizzo agli studi e possibilità di fare un libro, con tanto di fattura che lo certifica.
Ho lavorato e lavoro sempre con questa immagine.
La Gioconda acquistata da Bruno Montanari dai fratelli Alinari di Firenze
L'ho studiata ridefinendola sul mio computer ad alta definizione ed ho scorto una netta linea obliqua."
Ero al suo fianco e alla vista chiara di quella linea domandai immediatamente se potesse essere di altra natura.
Bruno con grande certezza mi rispose:
"Sono partito da questa immagine ma ho dovuto fare delle prove anche con altre per avere la certezza dei miei lavori. Tutto coincide. Sono certo che la linea faccia parte del lavoro di Leonardo. Le mie non sono deduzioni ottiche ma precise elaborazioni geometriche. Anche sullo stesso dipinto, sarebbe stato impossibile far coincidere tutto."
Questo quadro è costruito con la quadratura del cerchio, metodo di allora. Oggi noi usiamo i computer. Leonardo da Vinci ha costruito dettagliatamente la Gioconda, dipinto geometricamente perfetto, punto per punto.
Io sono sicuro che Leonardo da Vinci questa linea la abbia lasciata per noi."
Il geometra comincia a farmi vedere una serie di prove per farmi capire quanto nel dipinto ogni punto sia il risultato di un calcolo preciso. Ma giungiamo presto alle scoperte rese da poco pubbliche.
Cominciamo così dalla prima delle tre che il Sign. Montanari ha fatto sul dipinto di Leonardo:
il viso della gioconda è l'immagine di un calice perfetto.
Bruno ha usato il metodo dello specchio. In realtà questa è stata la costruzione più semplice, ottenuta
sovrapponendo alla riproduzione ad alta definizione della Gioconda dei fratelli Alinari, una copia sempre ad alta definizione ma speculare. Come si può vedere dall'immagine n.1, stessa immagine pubblicata da Il Messaggero, dal petto verso il viso si forma un calice perfetto, la cui coppa coinciderebbe perfettamente con i punti del viso della Monna Lisa, come si può osservare nella figura n.2. Una coppa perfetta. Maestosi si è chiesto:"Il Santo Gral?" Chiedo a Bruno la stessa cosa ma mi risponde:"un calice
perfetto
"
Seconda scoperta invece: immagine di Gesù nel braccio sinistro della Gioconda.
Anche questa volta Bruno fa uso sia della copia dei fratelli Alinari che di una ad essa speculare. Cerca sull'immagine a specchio la stessa linea obliqua sulla quale cominciare a lavorare. Farà incontrare, come si vede dalla X dell'immagine 4, le due linee oblique su una perpendicolare. Metterà poi l'immagine in trasparenza per vedere meglio.
Come si vede dall'immagine 3 - 4 tra le due gioconde compare qualcosa, maggiormente visibile nelle figure 5. 6.
nb: i baffetti sono un ulteriore conferma geometrica del mio lavoro
Il Sign. Montanari vuole sottolineare ancora come non si tratti di un gioco ottico. Cerca di spiegarmi come a tale immagine sia perfettamente associabile la costruzione della quadratura del cerchio dello stesso Leonardo, di cui già si ritrova traccia nel suo Codice Atlantico, Foglio 172.
Terza scoperta: il profilo di Leonardo da Vinci.
Si può notare nella figura 7. tra i due volti.
Bruno mi spiega di come mai dopo una scoperta pensa che mai sia finita, anzi continua a sperimentare.
"Non penso mai che l'immagine trovata sia l'ultima che si poteva trovare. Anzi oltre queste ve ne sono molte altre, ma di queste altre ve ne parlerò nel mio libro"
Comincia così a spiegarmi come ha costruito quest'ultima immagine a nostra disposizione.
"Non uso stavolta l'immagine speculare, ma sovrappongo due figure normali. Uso lo stesso metodo della traslazione ma non con l'immagine speculare. Alla Gioconda normale, quella che, nell'immagine 7., compare dietro, in ombra, ne sovrappongo un'altra copia che faccio mano mano camminare sull'asse tracciato sugli occhi della Donna. Scorrendo piano piano con la Monnalisa della nostra destra verso la nostra sinistra, ad un certo punto tra i due volti compare il profilo di un uomo. Credo sia il profilo del volto di Leonardo Da Vinci.
Prova che non sia solo un gioco ottico? Quel profilo coincide esattamente, geometricamente, con una parte del vestito della Gioconda, esattamente punto per punto. La stessa costruzione che si ripropone esattamente, non può essere casuale."
Bruno mi farà vedere tale dimostrazione ed i miei occhi rimarranno esterrefatti da tale visione. Quel profilo coincide perfettamente con una parte del vestito della Monna Lisa.
Finita la visione di queste tre agghiaccianti scoperte, non potevo che porgli una domanda:
"Bruno, cosa pensi abbia rappresentato Leonardo da Vinci con questo dipinto.Chi è la donna? La Vergine, come hai già dichiarato a Maestosi e a R.S.A?"
"Ne sono sicuro e lo ripeterò anche a voi.
La Donna dipinta è la Vergine, sorridente per la sua gioia alla vista del Figlio"
Chiedo ancora:
"Quindi Leonardo era consapevole di tutto questo? Ha fatto tutto volontariamente? Al di là della quadratura del cerchio per fare il dipinto, le immagini le ha nascoste lui , apposta? Perché?"
"Certo! Lui era pienamente consapevole. Chiaro però che dietro a tutto questo, presumo che si sia la volontà del Signore."
Ringraziai così il Sign. Bruno Montanari per tutta la disponibilità concessaci. Ma proprio ora veniva quello che più mi aveva spinto in quello studio. La domanda che avevo nella testa dalla lettura di quell'articolo di giornale: perché?
Perché Leonardo Da Vinci avrebbe allora dipinto La Madonna?
Raccontano di quanto fosse religioso. Dunque una testimonianza di fede?
Ma soprattutto perché Bruno Montanari si mette a studiare tutto ciò? Come è partito e
perché?
Dentro di me sono ancora più convinta che non possa solo essere stato " spinto dagli stimoli occasionali di una mostra sugli scritti e le invenzioni di Leonardo".
"Sign. Montanari, vuole ora spiegarmi il perché di tutto questo?
Cosa l'ha spinta a questo studio? Quali le sue intenzioni?
Lei era un geometra, come ha scritto Maestosi. Ad un certo punto però le cose cambiano e per gli altri Bruno Montanari diventa solo proprietario di un'attività. Di notte però, da anni continua a studiare. Cosa? Perché?"
"Sì, ero geometra una volta. Mi diplomai e lavorai per qualche anno.
Un giorno smisi di essere questo agli occhi degli altri e cominciai a lavorare nella mia attività, qua a Roma. Ho sottolineato "agli occhi degli altri" perché presto sono tornato a studiare proprio ciò con cui ogni giorno mi cimentavo, i numeri.
Tutto nacque nel 1987, quando ebbi una fortissima crisi depressiva. Avevo avuto dei problemi personali e non sapevo più cosa fare. Mi recai allora da dei cartomanti. Mi convinsero presto che la cartomanzia mi avrebbe aiutato. Mi prestarono un libro, volume di una collana molto più ampia,"Professione donna", il quale suggeriva, tra i vari metodi consigliati per comprendere le donne, "Numerologia", sul quale era stato scritto un altro intero volume.
Mi misi a studiarne il contenuto e presto coinvolto segui il metodo per fare il mio numero.
Il volume spiegava come ciascuno di noi ne avesse uno proprio, simbolo del suo carattere.
Io credetti a tutto questo ma non mi fermai. Andai avanti.
Cominciai a fare attenzione sulla mia vita e su quella di tutte le persone della mia famiglia.
Fu dunque così che iniziai a studiare di notte. Studiavo i numeri. Volevo capire se tra numero ed evento ci fosse una connessione.
Dopo tante prove io oggi posso dire che se i chiromanti mi hanno detto di avere un numero, dunque un determinato carattere,
io dico a te e a tutti, che il proprio numero scandisce il tempo della propria vita.
Questo fu un passaggio importantissimo per me. Finalmente avevo dato un senso a tante, troppe coincidenze.
Sentì così presto il bisogno, il dovere, di rendere pubblica tale rivelazione. Tutti dovevano sapere. Tutti devono sapere.
Nel mentre mi venne regalato un altro scritto.
Una mia amica mi portò un libro su Padre Pio. Un libro francese su di Lui. Cominciai a sfogliarlo per curiosità e la cosa particolare, che attirò la mia attenzione, fu quella che in una nota trovai scritto di come Padre Pio avesse sempre a che fare con un numero, il numero 5 (50anni, 5 il numero della sua stanza e così via
).
Pensai allora di studiarLo e di fare delle prove anche con Lui.
Il risultato fu sorprendente. Coincideva tutto. Il suo numero era il 5.
Ma la cosa più importante è che il numero 5 è lo stesso numero di I.N.R.I. Padre Pio aveva a che fare con Il Divino.
Padre Pio ha a che fare con Il Divino.
Così mi appassionai presto alla sua storia. Lessi molti suoi libri. Non molto tempo trascorse che in me avvenne una vera conversione. Capii che la mia camicia, la mia anima, era sporca. Prima ero più che altro superstizioso ma da allora credo davvero.
Trovai anche il mio Angelo Custode, con lo stesso metodo dei numeri.
Feci il mio sito, www.inri.it.
Tra l'altro vi convesso che quando ne chiesi il dominio ce ne erano già altri 25mila ma, incredibilmente, nessuno in Italia. Lo presi io e raccolsi la cosa come un Segno Divino.
Speravo che tramite esso avrei potuto finalmente divulgare tutti questi pensieri e tutte le certezze che via via con i miei lavori maturavo
Cercai di fare anche della pubblicità, scrivendo l'indirizzo sul retro del mio camper.
Ogni volta che tornavo da un viaggio, notavo un numero maggiore di utenti ma non compariva alcuna domanda, nessuno cercava di contattarmi, di sapere dell'atro
Mi domandavo del perché e presto compresi.
Non era vero che la gente non si incuriosiva. Le persone non capivano. Per loro ciò che compariva su tale indirizzo web non era comprensibile. Una persona può capire se già crede, o se sente la cosa possibile. In caso contrario come potrebbe vederla?
Io però volevo che gli altri comprendessero.
In realtà, io voglio tutt'ora che gli altri capiscano.
Un giorno così dissi al Signore: "Signore, qui non mi ascoltano. Devo acquistare voce."
La conversazione si fece più interessante del previsto.
Non c'era dell'altro, ma molto, molto di più.
"Bruno, come mai ritieni così fondamentale che gli altri capiscano che c'è un numero che scandisce l'orologio della propria vita."
"Non credo che conoscendo il proprio numero si possano evitare certe situazioni, assolutamente. Ma sono convinto che possa essere un segnale in più. Per fare più attenzione. Se, ad esempio, stiamo guidando e vediamo di lì a poco a noi un incidente, ci viene spontaneo rallentare. Percepiamo ciò che abbiamo visto come un segnale.
Ebbene, il numero è un segnale in più
"
"Uomo avvisato, mezzo salvato?"
"Esatto, uomo avvisato mezzo salvato.
Basta pensare inoltre a come nella nostra vita di tutti i giorni, effettivamente un numero possa restringere un campo di ricerca.
Noi stessi siamo riconoscibili tramite numeri: data di nascita, carta di identità, numero civico e così via
Il numero non definisce il tuo destino ma restringe il campo, nel bene e nel male.
Il tuo numero restringe il tuo campo e scandisce il tuo tempo."
"Così, sei partito dai numeri. Come sei arrivato allora a Leonardo Da Vinci?"
"Chiesi appunto al Signore ed anche a Padre Pio di aiutarmi ad acquistare voce.
Pochi giorni dopo arrivò un'altra mia amica con un altro libro.
-Bruno tu che parli sempre di numeri, perché non ti leggi Down Brown? Ne parla molto nei suoi ultimi due testi-
Si riferiva a "Il Codice Da Vinci" ed "Angeli e Demoni".
Lessi entrambi. Trovai il tutto un bel romanzo, scritto bene.
Ricordo che come cominciai a leggere Down Brown, lessi dell'Opus Dei.
Capì allora come già questo fosse un primo elemento di connessione tra i miei studi e il libro consigliatomi.
Sul mio sito per esempio c'è la rappresentazione del Tao Ebraico, l'Ultima Parola di Dio.
Al tempo di S. Francesco non c'era un ebraico definito e così S.Francesco utilizzò una parola greca. La vera lettera però di Tao è quella ebraica, che rappresento sul sito.
Mi viene in mente allora di scrivere Padre Pio come lo farebbe un ebreo, al contrario e di fare poi una costruzione geometrica."
Bruno mi fa vedere come facendo una semplicissima costruzione sulla parola Padre Pio scritta al contrario e tracciando una linea che segue le lettere, ottengo proprio il disegno del Tao ebreo. Tra le lettere inoltre, posso leggere Opera Di Dio.
Il Sign. Montanari mi confessa anche che di tale immagine ha acquistato qui in Italia il brevetto, affinché nessuno, nella Nostra Nazione, possa usarla per altri fini.
"Per me ha un grande significato spirituale. Non potevo permettere che finisse ad altri usi."
"Dunque Bruno questa connessione tra Opus Dei ed i suoi studi sarebbe stata una sorta di conferma del giusto cammino. Lei cosa ne pensa di quello che ha scritto a proposito Down Brown nel suo libro?"
"Opus Dei", appunto dal latino, significa"Opera di Dio" e ciò la unisce in qualche modo a Padre Pio.
Per quanto riguarda il resto però non posso dire di credere a qust'autore riguardo tutti i suoi discorsi sull'Opus Dei.
Non posso neanche dire che tali siano totalmente al di fuori dei miei interessi. Per credervi, dovrei prima studiare il tutto con la mia testa.
Posso però ripetere con certezza che i libri di Down Brown li ho trovati due bei romanzi ma anche che non sono assolutamente d'accordo con la tesi a cui giunge alla fine di "Il Codice Da Vinci".
Per quanto mi riguarda, accanto a Gesù non c'era alcuna donna. Ne sono sicuro. Accanto a Gesù c'era un uomo. Nel dipinto raffigurato vicino a Gesù c'è un uomo."
Colpita dalla grande sicurezza di tali parole, cerco allora di sapere di più. Bruno però mi spiega che di questo, come di tanto altro, parlerà più approfonditamente nel suo prossimo libro.
Torno dunque alla domanda che da tanto ruota nella mia testa.
"Lei dunque Sign. Montanari comincia a leggere "Il Codice Da Vinci" e trova un primo collegamento con l'Opus Dei. Cosa ancora inciderà il suo percorso avvicinandoLa a Leonardo Da Vinci?"
"Ci siamo.
La cosa importante per me è stata semplicemente la citazione alla sequenza numerica di Fibonacci, che si trovava proprio sotto la Monna Lisa.
Fu così che pensai di cominciare a studiare tale dipinto.
Inoltre pochi giorni dopo mi portarono in attività, un articolo di giornale. Parlava di Leonardo e della "quadratura del cerchio. Capì allora che dovevo collegare i due studi.
Dovevo studiare la Gioconda usando anche il metodo della quadratura del cerchio.
questo quadro nasconde qualche cosa, devo vedere le lastre. Mi fornisco due immagini in prexes(trasparenti).
Ma prima, dovevo risolvere da me la quadratura. La sua risoluzione, per quano mi riguarda, mi ha portato ad un Pgreco di 3,12 e non di 3,14, cifra di cui sono sicuro geometricamente parlando. Le prove sono state il fatto che 3,14 non corrispondeva con l'area del quadrato. Sbagliato il quadrato? Ci sono altre prove.Fibonacci conosceva il 3,12. Compare in una sua sequenza ma differenzia dal mio di uno 0,03. Lui in realtà nei suoi studi si ferma alla sequenza da 1-9. Io uso tutti i numeri, da 1 a 90.
Comunque anche questi sono altri discorsi.
Ma ciò è tutto quanto mi è successo e mi ha portato oggi qui, a parlare con lei della Gioconda."
Il Sign. Montanari così giunge finalmente a Leonardo da Vinci, ma non posso scordare come era partito e quali fossero state le sue intenzioni iniziali. Così, ora gli chiedo:
"Bruno, Lei voleva trasmettere le sue certezze sui numeri. Poi non potendolo fare, voleva acquistare voce?
Il suo scopo è ancora lo stesso, quello di rendersi udibile, credibile
o ormai
c'è dell'altro?"
"Sono partito così come le ho raccontato. Credo ancora molto nel discorso dei numeri e del fatto che debbano comprenderlo tutti. Il problema è che la gente è molto pratica. Quando mi sente parlare di numeri subito mi chiede se possa dargli dei numeri per il Lotto. Non capiscono. Non è facile comprendere certe cose
Ma il Signore mi mette in condizione di far capire che una persona come Leonardo Da Vinci, geniale, nasconde in una donna un volto
Per Leonardo la Madonna è la Donna più perfetta. La Gioconda è un quadro che oltre ad essere perfetto come costruzione, lo è nel vero senso della parola perché in quel quadro c'è il famoso diagramma, cioè un diagramma che geometricamente può far capire al mondo tante cose.
Ho accennato più volte ad un mio libro. Sono infatti in attesa di un accordo con una casa editrice per pubblicarlo e poter liberare tutto quanto in un' intervista non mi sia possibile fare e tutto quanto io non abbia ancora voluto spiegare. La Curcio Editore si è interessata ed ora mi faranno sapere.
Il Signore mi metterà ancora in condizione di far capire tutto questo e mi permetterà ancora di essere ascoltato.
Io ascolto sempre ciò che Il Mio Signore mi dice".
Quasi le 24:00...
Saluto e ringrazio il Sig. Bruno Montanari per la disponibilità pensando di non veder l'ora dell'uscita del suo libro...
Salgo in macchina e mi dirigo verso casa.
La radio non funziona. Unica compagnia il rumore del motore.
Pochi minuti ed eccomi assorta nei miei pensieri.
Non riesco a pensare ad altro che non sia la serata appena trascorsa...
Penso ad un uomo. Penso ad un uomo che si ammala. Un uomo si ammala e viene guidato alla guarigione. Curandosi egli si converte. Convertito sarà spinto verso uno studio e portato a confrontarsi con grandi scoperte.
Scoprirà di un altro uomo, vissuto molti, molti anni prima di lui. Scoprirà personalmente del Suo genio, di cui tanto si è parlato e se ne continua a parlare. Scoprirà della Sua Fede...
Un uomo con grande fede ne conoscerà un altro, di altrettanta fede... e parlando lo stesso linguaggio, si spoglieranno a vicenda...
Non so voi a cosa stiate pensando, ma quello che avete appena letto il mio pensiero in quella tarda sera. Il mio pensiero quella notte. Il mio pensiero i giorni a seguire. Il mio pensiero ancora oggi.
Nel lasciarvi vi cito ciò che per ultimo il Grande Maestro Leonardo Da Vinci, pronunciò.
Dal libro, Il Volo Del Nibbio, di Enzo Petrini.
Leonardo Da Vinci a Francesco Melzi, poco prima di morire:
"Sì, come una giornata spesa bene dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire."
Romina Montanari
Per maggiori notizie e informazioni scrivi a: geom.brunomontanari@tiscali.it